sabato 9 dicembre 2017

Fuzz o oscillatore? Questo è il dilemma..

Ci portano in riparazione un fuzz molto particolare, della Durham Electronics.
Promette un suono inarrivabile, con un controllo della tensione della batteria che modifica il punto di lavoro del circuito.
Ce lo portano perchè é molto rumoroso e si comporta in maniera imprevedibile, ogni tanto aumenta o diminuisce il livello di fuzz da solo.

Noi provandolo ci rendiamo conto che ha un fruscio di fondo inaccettabile, ed aprendolo per verificare se qualcosa si è guastato ci troviamo di fronte ad una bella colata
 di resina che non ci consente di verificare nulla. Ci chiediamo se sia ancora necessario in questi anni nei quali ci sono migliaia di stomp box da poter copiare, utilizzare la resina per proteggerne i circuiti.
In ogni caso nessuna riparazione possibile, ma riprovandolo ci accorgiamo che è diventato anche un oscillatore, con la frequenza controllata dal volume della chitarra. Modificandolo si modifica una frequenza che si genera senza toccare le corde, e che suonando si somma al segnale.. insomma, un pedale sperimentale, ma non nelle intenzioni di chi l'ha comprato.

sabato 2 dicembre 2017

Hughes&Kettner Statesman EL84: Problemi irrisolvibili ed...il mistero del controllo di tono

Ci portano in riparazione un amplificatore che una combinazione di quelle che preferiamo: combo
valvolare, comandi posteriori ma scritte viste dal lato del cono ( parleremo un'altra volta dei primi amplificatori, specialmente Fender, con le scritte viste dal lato posteriore).


Questo amplificatore é afflitto da diversi problemi abbastanza grossi: il primo è un ronzio di rete eccessivo ma soprattutto da una vibrazione con le corde basse che pare arrivare da dietro ma esce anche dal cono...
Lo analizziamo: la vibrazione è intorno ai 180 Hz, prima e dopo non avviene; meccanicamente dal retro è fortissima, ed ancora di più dal cono. È già stato da diversi riparatori ma non si è trovato il difetto. Qualcuno ha detto che di quel modello sono tutti così, qualcun altro che le valvole sono a posto ed il difetto è chissà in quale componente e che non vale la pena di cercarlo.
Noi però siamo testardi e smontiamo tutto: nel farlo scopriamo che una delle due valvole finali "suona" se colpita... con una nota intorno ai 180 Hz! Terminiamo lo smontaggio per scrupolo ma non troviamo nulla, rimontiamo e controlliamo il bias delle valvole originali.
Quella che "suona" assorbe 30 mA, contro le 18 dell'altra. Le specifiche del costruttore dicono dai 16 ai 21 mA.

Ecco il perchè del ronzio. Cambiamo le finali con due EL84 selezionate, tariamo il bias a 18 mA e tutto si sistema.

Il secondo problema è ancora peggio: sempre casualmente, anche con i volumi tutti a zero inizia un sibilo centrato fra i 1200 ed i 1500 Hz, a seconda che si usi il clean o il drive.

Anche per questo è stato da diversi riparatori che hanno detto più o meno le stesse cose degli altri, che sono tutti cosí, progetto sbagliato, forse sono fotoni che rimbalzano nella ionosfera o forse alieni che cercano di comunicare.
Noi, nel dubbio, cambiamo la valvola 12AX7 che fa da sfasatrice per il push pull delle EL84.
Miracolo. Gli alieni non ci parlano più. Sicuramente ci perderemo un messaggio importantissimo, ma almeno chi suona con questo amplificatore è più rilassato.

Riconsegnamo l'amplificatore al proprietario che lo prova per mesi, molto soddisfatto ma un giorno ci chiama e ci dice che si è accorto di una cosa stranissima: il Treble funziona al contrario! Invece che come il Bass ed il Mid, ruotando in senso orario gli acuti non aumentano ma diminuiscono.
Lui si chiede se magari rimontandolo non abbiamo ricollegato qualcosa al contrario, ma gli spieghiamo che i potenziometri sono su circuito stampato, impossibile invertirne uno; in ogni caso ce lo riporta e lo proviamo.

Accendiamo, selezioniamo il canale clean e mandiamo un segnale sinusoidale da 2000 Hz. Il controllo di Treble funziona come gli altri due; ruotando in senso orario i toni aumentano, in senso antiorario diminuiscono. Cosa avrà sentito lui? Lo chiamiamo e ci spiega che no, con lui funziona al contrario!

Riproviamo, selezioniamo il canale Drive... ed ha ragione lui! Incredibilmente, per un evidente errore di progetto, se si usa il canale Clean il Treble funziona correttamente, se si una il canale Drive funziona al contrario.

Incredibile. Ora ci stiamo chiedendo se "sono tutti così" o se questo in particolare diventerà rarissimo come " Lo Statesman con i toni al contrario".

mercoledì 1 novembre 2017

BeatBooster in arrivo e pronto per l'endorsement...chi c'é?

Bene, i circuiti stampati sono il lavorazione, il materiale in fase di approvvigionamento,
i transistor sono stati selezionati.

Ora non ci resta che prepararci a metterne in campo cinque pezzi, collaudarli e poi attendere un po' di prove.

Come sempre lanciamo la formula dell'endorsement per questo bizzarro booster, che amplifica il segnale di 13 dB nella modalità "Full Tone" e se selezionata la modalità "Treble" somma altri 12 dB nella sezione degli acuti, e lo stesso per nella modalità "Bass".

Un pedale da studiarci un po', ma una volta capito...

Vi aspettiamo se desiderate provarlo, e se ce lo portate su un palco a farsi strapazzare saremo più che contenti!

lunedì 16 ottobre 2017

Approfondimenti sul nostro "Moog Amp"

Dopo la pubblicazione dell'ultimo post riguardante il LAB9, abbiamo ricevuto diverse segnalazioni riguardo parecchie inesattezze da noi riportate.

Ringraziando chi ce le ha fatte notare abbiamo però voluto approfondire la i dati riguardanti il nostro amplificatore.

Ci é stato segnalato che non poteva essere stato prodotto alla fine degli anni '70 ma che poteva essere una riedizione anni '90.

Abbiamo quindi aperto di nuovo lo chassis ed abbiamo trovato quasi tutti i componenti marchiati 1977/1978.

 Possiamo quindi dire che é un LAB 9 originale prima serie.

Ci é stato poi detto che il progetto non era in parte di Bob Moog.
Noi abbiamo fatto riferimento ad una risposta data su un forum di LAB5/7/9, che riportiamo:

Back in the 70s when Norlin owned Gibson and Moog, they reassigned Bob Moog away from the synthesizer design department into guitar accessories and amps.

Bob's major contributions to the Lab Series was the EQ and the tube-like SS distortion circuit. Bob started out in the 50s making theremins with tube circuits, and while designing solid state circuits like the synthesizers he relied more on his ears than his bench equipment - he designed his SS circuits to emulate the sonority of his tube designs. That design philosophy carried over into the Lab Series. There's a couple of patents covering the Lab Series stuff.

Non possiamo essere certi di tutte le affermazioni ma riteniamo ragionevolmente che una parte del progetto sia suo.

Riguardo all'uso fatto da BBKing, in effetti lui é sempre ritratto con un L5.
Questo amplificatore é elettronicamente identico al nostro, cambia solo il setup dei coni: 1 x 15 pollici il LAB9, 2 x 12 pollici il LAB5.

Una ultima nota:
su questo immagine pubblicitaria si parla hot distortion and controlled overdrive.
A noi non pare, ma certo è che è un amplificatore da 100 Watt, provarlo al volume necessario potrebbe essere impegnativo.

Grazie ancora a tutti per le precise correzioni.


mercoledì 11 ottobre 2017

Ed alla fine si scopre che...era un Moog!

Acquistiamo da un amico di un amico un amplificatore per chitarra che era in un sottoscala di una casa. Una volta caricato sull'auto ( forse il fatto che avesse le rotelle doveva farci capire che il peso non sarebbe stato poco) lo portiamo in laboratorio per vedere se funziona.

E' un bestione con cono ElectroVoice da 15 pollici e cestello pressofuso, solo lui pesa 8 kg e ci avevano detto che non era possibile accenderlo perché mancante del portafusibile; lo cambiamo e scopriamo che....
il cono ha la bobina bruciata.

Proviamo con un altro altoparlante e verifichiamo che funzioni tutto, quindi decidiamo di far riparare l'altoparlante.

Nel frattempo diamo una pulita e cerchiamo online cosa abbiamo comprato...




Abbiamo comprato un Norlin LAB9, un amplificatore di metà anni '70, Progettato niente meno che da Bob Moog!


e' dotato di due canali, di cui uno molto semplice con 9 dB di amplificazione ed un controllo di toni passivo ed uno completo di stadio di toni attivo da 27 dB e con un circuito estremamente interessante, che solo un progettista di sintetizzatori poteva pensare di implementare in un amplificatore da chitarra...

Dopo il controllo dei toni, di per se già sofisticato ed attivo, che comprende un controllo di MID FREQUENCY graduato con una precisa scala numerica,  abbiamo una
serie di filtri selettivi che selezionano le frequenze di 1000, 1370, 1900, 2630, 3630 e 5000 Hz e le amplificano. Possono poi essere sommate al segnale originale tramite il potenziometro MULTIFILTER. Insomma un equalizzatore a 6 bande on guadagno fisso che può essere sommato sul segnale.

Sulla catena finale abbiamo poi compressore e limiter.

Chiudiamo con la potenza: 100 Watt di puro transistor e suono pulito, senza un po' di compressione é veramente esagerato!

Insomma, un progetto bellissimo per chi ama i suoni precisi ed estremamente controllabili, ma non bisogna cercare di ottenere overdrive direttamente dall'amplificatore; la saturazione si raggiunge ma si sporca ed i filtri impastano tutto.

E' un grande amplificatore da suono pulito, non per niente uno dei preferiti da BB King.

Per ora é in laboratorio, poco suonato in verità, ma chissa che non possa trovare un estimatore...




lunedì 7 agosto 2017

Il Bassman '59, che volumi!

Ci arriva in riparazione un Fender Bassman '59 Reissue, la riedizione Fender degli anni '90 del suo storico ed iconico amplificatore.

E' il modello con il "Fake ground switch" che non è collegato a nulla. Per ragioni di storicità era stato montato sul pannello, ma essendo ormai la sua funzione totalmente inutile con i collegamenti di terra presenti negli impianti,  era stato semplicemente lasciato scollegato.

In ogni caso l'amplificatore brucia sempre il fusibile sui filamenti delle valvole. Il proprietario ha cambiato le valvole finali ma spesso continua a bruciarlo.

Smontiamo e verifichiamo. Uno zoccolo di una valvola finale è cotto, lo cambiamo, e cambiamo anche il portafusibile dei filamenti. Il difetto non è però il portafusibile rotto, ma il circuito stampato.
Vuoi per l'età, vuoi per le tensioni e le correnti in gioco, vuoi per il solder sottilissimo troviamo diverse piste ossidate, comprese quelle del portafusibile.

cambiamo, ripristiniamo dove serve, lo accendiamo e proviamo..

...Ma non possiamo andare più su di 2 o 3 sul potenziometro!
Il volume ti butta per terra, non riusciamo ad accennare neanche ad un minimo di distorsione per provarlo come si deve...

Lo restituiamo rimanendo delusi dalla prova...dobbiamo studiarci una camera isolata per provare queste bestiacce, avendo auto lo stesso problema con un Vox AC30 del 1965!

mercoledì 19 luglio 2017

La bizzarra Stratocaster: Ecco una CooderCaster!

Ebbene si, di Stratocaster ne abbiamo vista qualcuna, diverse vintage, diverse moderne, ma quando un amico ha aperto la custodia di quella che ci ha portato a settare abbiamo detto: " Si! La Strato più strana mai vista!"


Ci viene detto che é una COODERCASTER, una copia di una delle tante chitarre di Ry Cooder, adattata con vari pezzi per l'uso dello slide.


Guardiamola bene da vicino. Il pickup al ponte é un Valco-style lap steel pickup, montato su una piastra enorme, per la quale é stato tagliato il battipenna.







Al manico abbiamo invece un Teisco Gold Foil anni '60.

Completa il tutto un selettore a tre posizioni Grigsby, manopole in metallo e corde lisce, per uno slide perfetto.
Abbiamo rivisto l'action, sistemato qualche corda che suonava di più delle altre ed ora tornerà nelle mani del proprietario.

E' stato un piacere, Coodercaster!


martedì 11 luglio 2017

Fender Hot Rod da buttare via: Eh no! Degli amplificatori a valvole non si getta mai niente!

Scorrendo Facebook ci imbattiamo in un post di un ragazzo che conosciamo che si strugge per il suo Fender Hot Rod artigianalmente trasformato in testata; dopo anni di onorato servizio ha ceduto ed ora non funziona più.
Una prima analisi fatta  incolpa i microrelè che si occupano della commutazione fra clean e drive, e per questo pare che sia da buttare via. I relé sono introvabili e difficilissimi da reperire.

Personalmente sappiamo che l"Hot Rod è un "mulo" al quale dare in pasto solo valvole e per questo, prima di buttarlo chiediamo di vederlo.



Lo portiamo in laboratorio e questo è quello che succede:


Una commutazione casuale dei relè, che crea un suono orribile.
La cosa particolare è che la commutazione avviene su segnali impulsivi. Se non si suona nulla la commutazione non è presente.

A nostro avviso è un problema di alimentazione; quando c'è richiesta di corrente, qualcosa ne blocca l'erogazione. Apriamo...ed il problema è subito evidente.


Il condensatore da 47 uF è completamente esaurito, gli altri ancora no ma sono sulla buona strada.
Li cambiamo con degli ottimi Fisher&Tausche.



Purtroppo quelli stock della Fender sono veramente di bassa qualità, abbiamo trovato lo stesso problema in molti altri amplificatori; cambiamo un circuito integrato deputato al riverbero, probabilmente saltato con i picchi di alimentazione ed il Fender Hot Rod è tornato in gran forma con gran gioia del proprietario!

mercoledì 5 luglio 2017

Il Super Champ e le valvole color ciliegia: sembrava un difetto semplice, invece....

Ci portano questo pregevolissimo amplificatore Fender, una costruzione magari un po' caotica ma pur sempre valvole e point to point; ha un forte ronzio e una delle valvole finali diventa color ciliegia.

Innanzi tutto selezioniamo la tensione di rete di 240 V, mentre era settato su 220 V. Non sembra, ma con la tensione di rete a 230 V sulle valvole finali ci sono 420 V invece di 400, e per condensatori vecchi di 40 anni non è una passeggiata.

Aprendo e lavorando ci rendiamo conto le le due 6V6 finali scaldano tantissimo, tanto che a 10 centimetri di distanza sentiamo un fortissimo calore.


A questo punto la diagnosi è abbastanza semplice: l'amplificatore suona, ma ci sarà un problema di bias sulle finali; certo, ma il bias su questi amplificatori è fisso, quindi che si regola?
Mettiamo una resistenza da 1 ohm sul catodo e leggiamo... 55 mA!

Dovrebbe essere intorno ai 30 mA... Ora cerchiamo di capire.
Sulla rete del bias, alle valvole ci dovrebbero essere -33 V... e noi ne abbiamo -18. Facendo due conti con questo valore vengono fuori 55 mA.

Analizziamo la rete del bias e troviamo un condensatore che in effetti...


Da 70 uF che doveva essere ne ha appena 2. Cambiamo con un 68 uF e la rete del bias diventa -33V... e la corrente di bias diventa 30 mA.
Ronzio sparito, valvole con temperature accettabili, miglioramento dinamico ed anche questa volta si suona ancora.

lunedì 26 giugno 2017

The BeatBooster: il nostro nuovo esperimento.

La sperimentazione è sempre molto stimolante: in questo caso vogliamo lavorare su un booster, rigorosamente analogico, rigorosamente con transistor a basso guadagno per rimanere su suoni anni '60 e un circuito di tono diverso dal solito.


Siamo in piena sperimentazione ed affinando i valori dei componenti, però ci siamo portati avanti con il rendering. A breve sforneremo i primi prototipi, e potremo parlare di Endorsement di nuovo.

domenica 18 giugno 2017

L'astronave Hughes&Kettner; atterraggio, manutenzione e decollo!

Ci portano in riparazione un Duotone, amplificatore di discreta potenza, ma soprattutto di grande impatto visivo!

Quando lo accendi si illumina di Blu in maniera radente sui potenziometri, che forse può non sembrare elegante ma ti consente di vedere anche al buio qualunque controllo.


Purtroppo suona male, la distorsione è molto squilibrata e ci sono problemi anche sul riverbero.

Smontiamo circa 300 viti, togliamo il pannello di plexiglass e il sistema ci appare in tutto il suo splendore.
Ci sono due tubi fluorescenti blu che vengono diffusi dal contropannello. Un studio sapiente dell'effetto della luce sugli scassi e sulle scritte incise.

Analizziamo il tutto e scopriamo un po' di problemi.

Il tank del riverbero ha i contatti orribilmente ossidati. Una pulita e torna a funzionare.

Troviamo poi uno zoccolo di una valvola finale che crea diversi falsi contatti e lo sostituiamo. Sostituiamo anche la coppia di valvole perché una ha la struttura interna che tintinna e si ripercuote nell'amplificazione.





Chiudiamo tutto e lo proviamo. Il suono è veramente "Teutonico". Una distorsione di granito, controllata e compressa, solo usando il gain ed il master in maniera opportuna.
Ci si potrebbe suonare Death metal senza nessun effetto esterno.

Complimenti a Hughes&Kettner: non adatto ai nostri gusti, ma perfettamente centrato per lo scopo.





domenica 11 giugno 2017

Quanti tipi di potenziometri esistono? Scopriamolo aprendo un amplificatore già riparato!

Ci portano un glorioso amplificatore Marshall in riparazione: il modello è bello, cono da 15 pollici, compatto per la potenza e le dimensioni dell'altoparlante.



Però non suona.

Apriamo e vediamo che é già stato riparato, ma quello ci può stare. E' un modello prodotto 30 anni fa, e se suonato con impegno potrebbe già essersi guastato diverse volte.





Ma quante volte? Se uno dovesse pensare che ad ogni riparazione è stato cambiato almeno un potenziometro questo è stato riparato almeno 10 volte!


Se invece è stato riparato tutto in una volta vuol dire che chi lo ha fatto ha dato fondo al cassettino dei potenziometri. Uno dei peggiori lavori mai visti, sinceramente,perché tutto questo lavoraccio ha creato problemi meccanici. Il circuito si regge sui potenziometri e sui jack di ingresso, e facendo cosí solo sui jack; i potenziometri sono distanziati con delle rondelle e saldati con dei pezzi di filo al circuito stampato, vanificando il fissaggio meccanico.
Ora, per un intervento precedente mal fatto stiamo valutando con il proprietario cosa fare, se ripararlo o riciclarne i pezzi. Peccato.

mercoledì 7 giugno 2017

Fune e carrucola: vai a sapere se è quello che fa il prezzo.

Ci arriva in riparazione il famoso pedale del volume Goodrich 120.
Il suo valore oscilla fra i 250 ed i 300 $ nuovo, ed il nostro è pure vintage.

 Chissà perché costa così tanto... lo apriamo e dentro troviamo un solo potenziometro e due componenti per poter gestire due uscite contemporaneamente.




Il potenziometro è di gran qualità ma soprattutto il movimento...è a carrucola e fune!


Ci sembra un sistema un po' antiquato, considerando che il Wah Cry baby ha il movimento a cremagliera fin dagli anni '70, però ci sarà un motivo...Speriamo!

sabato 27 maggio 2017

CGB Night... Ed anche questa é andata!

Scriviamo solo ora dopo la conclusione della prima CBG Night del 23 maggio perché ci stiamo ancora riprendendo!

Abbiamo esposto, abbiamo fatto un soundcheck enorme perché Roberto ha suonato solo sei chitarre e messo fuori tre amplificatori ma alla fine grande suono e grande serata!

Grazie a tutti quelli che hanno partecipato, hanno chiaccherato con noi e provato le nostre creature!

Un grandissimo ringraziamento al Blah Blah di Torino per l'ospitalità, l'ottimo impianto audio ed i cocktail.

un grazie ancora più grande a Lorenzo " Lord Theremin" Giorda per i suoi suoni e per l'elettronica a vapore di S.E.M.

Ultimi, ma non per grandezza, gli enormi ControFase .

Guardateli qui: Intro





sabato 20 maggio 2017

Do it Yourself: quando é bello e quando no.

Ci danno due cabinet da riparare, con due difetti diversi: uno spernacchia quando si suonano le note più acute ed uno spernacchia sulle più basse.
Bene, mischiamo i pezzi e la risolviamo?

Ma no, facciamo una seria analisi; quella che spernacchia sulle note acute ha l'attenuatore del tweeter che non funziona bene.  Il cliente pensava fossero i coni con gli avvolgimenti danneggiati ma è andata bene.









La seconda invece spernacchia sulle basse...
chissà perché.
Lascio a voi la diagnosi.








Questo sabato sarà lungo...

giovedì 11 maggio 2017

Il Banjo da amplificare: come ti risolvo il problema del Feedback

Il Banjo é uno strumento difficile da amplificare in situazioni dove ci sono molti musicisti e se chi lo suona usa anche altri strumenti; il microfono messo davanti alle corde é troppo difficile da gestire in spazi piccoli o dove ti devi muovere molto.

Il Banjo in questione aveva un pickup piezoelettrico sotto il ponticello, con un bel suono, ma impossibile in contesti elettrici, dove con un monitor davanti l'innesco era assicurato ben prima che lo strumento emergesse nel mix.

Allora noi, che siamo Liuteria Elettrica ci abbiamo messo un pickup.
Forse non prende completamente il suono della pelle, ma il risultato é eccellente, tanto che abbiamo fatto un video per farvi sentire il risultato.






Eccolo qui:






martedì 9 maggio 2017

Il Greenish: proseguiamo con l'endorsement, fatevi avanti alla CBG Night!

Eccolo pronto: sinceramente ispirato al Green Ringer di Dan Armstrong vi presentiamo il nostro Greenish!

Il Green ringer era un effetto estremamente particolare: un octave up con un leggero fuzz, nessun controllo, solo on/off.


Noi abbiamo voluto aggiungere un controllo che regola la quantità di fondamentale nel segnale di uscita. Da un suono Green Ringer originale, quindi metà fondamentale e metà octave up fino ad eliminare la prima.

Verrà presentato nella CBG Night del 23/05/17 al Blah Blah di Torino.

Come sempre é in cerca di un endorser che lo suoni sul palco, che se lo studi, che sia disposto a scriverne qualche impressione.

Per ora é realizzazione unica, ma non si sa mai....


WebShake – spettacolo

domenica 7 maggio 2017

The Lizard is comin' to town! Ci abbiamo preso gusto!

Ancora freschi del lavoro del "Cinghiale" abbiamo voluto osare con un nuovo amplificatore, nella versione più estrema che abbiamo mai realizzato.

Cono da 12 pollici Fender Blue Stick by Eminence, elettronica stracollaudata del 3WamP! e controlli posteriori.

Il Cabinet è in fase di incollaggio e per ora abbiamo fatto una prova della finta pelle e del beading che vogliamo utilizzare, come potete vedere qui, compreso il grill cloth.



Lo presenteremo alla CBG Night del 23 Maggio 2017 al Blah Blah di Torino...

E potrebbe essere dato in endorsement, se ci promettete che viaggerà sui palchi e suonerà tanto!



mercoledì 3 maggio 2017

Facciamoci una cultura sfruttando le vostre domande: Ma il 3Wamp! ha la controreazione?

Con questa serie di articoli vogliamo iniziare un riassunto delle nostre scelte: possibilmente sfruttandovi quindi....


Ma il 3Wamp! ha la controreazione? Ci chiede un utente di un forum; ha visto un video dove lo suoniamo e ci chiede come mai è così controllato a basso volume e arriva al crunch in maniera così graduale.

Prima di successive analisi diciamo subito che non è controreazionato. E come mai? Gli amplificatori moderni lo sono spesso, soprattutto quelli per chitarra, praticamente tutti quelli per uso audio. E lo erano anche gli storici Fender ed in seguito i Marshall.

Sfruttiamo questa domanda per spiegare le nostre scelte e per un po' di noiosa teoria, sintetizzata per non far crollare nel sonno chi ci legge ( e pensare che ho un libro, 300 pagine, che parla solo di sistemi controreazionati...)

La controreazione funziona sul principio di prendere una parte del segnale di uscita ed applicarlo, in sottrazione, al preamplificatore di ingresso. È il sistema con il quale ogni amplificatore audio, sia di segnale che di potenza, stabilizza autonomamente il proprio guadagno.

Ecco uno dei motivi per il quale sui primi Fender, dove  la distorsione era assolutamente non voluta era presente la controreazione.

Ma perchè allora non usarla ancora adesso?

Perchè volendo un suono distorto, nel quale le valvole finali lavorano "tosando" il segnale di uscita, come si vede in questa figura, dove la sinusoide viene amplificata fino al livello della tensione di alimentazione, ci ritroveremmo con il segnale "segato" anche all'ingresso del preamp. Questo aumenterà la propria amplificazione per rendere il segnale di uscita il più possibile uguale all'ingresso, rendendo la distorsione più graffiante, ma con armonici diversi. Così si rende l'amplificatore meno stabile nel punto di breakup ( che è il punto dove l'amplificatore passa dal clean al primo crunch), e meno reattivo alla corda.

Ecco il perchè della nostra scelta; vogliamo che la dinamica sia massima, che sia il chitarrista a decidere che pestando di più arriva il Crunch e sfiorando le corde ci sia un bel Clean.
Deve essere la capacità a fare il suono, non una catena con mille effetti ( gettiamo il sasso ed attendiamo gli strali dei multipedalisti).

Alla prossima, attendendo una nuova domanda!

martedì 25 aprile 2017

Storia di un restauro: Gibson BR-9 early model.

Storia di un restauro: Gibson BR-9 early model.
Riceviamo questo splendido amplificatore che ha fatto tanta storia, prima ancora dei Fender e dei Marshall; era definito "Lap-steel Guitar Amplifier".
Ci viene dato in riparazione da un collezionista di Fender Tweed per il quale abbiamo restaurato pezzi veramente bellissimi.
Lui lo ha paragonato ad un Fender Champ Tweed e ritiene che il Gibson suoni molto di meno, e si che ha due valvole 6V6 contro la singola del Fender.
Inoltre sugli schemi che si trovano le due valvole sono in push-pull, quindi almeno 8 Watt, contro i 5 del Fender. Come mai il Gibson suona così piano?

Iniziamo la ricerca...
Innanzitutto lo schema. Nulla pare corrispondere. Tutti gli schemi BR-9 hanno le due 6V6 in push pull, noi invece le abbiamo....in parallelo! Il trasformatore di uscita infatti è single ended, non paiono esserci modifiche al circuito...
E poi altra scoperta: gli schemi riportano un doppio triodo di ingresso, il 6SN7, noi invece abbiamo un pentodo, il 6SJ7...
Il mistero si infittisce...
...Alla prossima puntata per le nuove scoperte!

martedì 18 aprile 2017

La ricerca del nome per un progetto: tanto impegno e poi...

Ci commissionano un amplificatore. La richiesta é che sia piccolo ma con un bel suono.
Utilizziamo il circuito del 3WamP!, che ci ha dato molte soddisfazioni; completamente a valvole, ingresso a pentodo per avere una compressione regolabile, stadio finale in push-pull per una dinamica notevole nel suo piccolo.

La differenza la fa il cono da 12 pollici montato in un cabinet poco più grande di lui, leggero e risonante. Niente viti, per non smorzare le vibrazioni e l'altoparlante montato su un pannello ancora più sottile.

E' il momento di scegliere il nome. Ci arrovelliamo e decidiamo che ci piace molto "Traveller", un nome adatto alla natura di facile trasportabilità dell'amplificatore.

La pelle che lo fodera é vera e ci é stata fornita dal proprietario dell'amplificatore. Ed  è pelle di Cinghiale.


E dopo tanti studi cosí è diventato: il Cinghiale è pronto. Ok, vengo a prendere il Cinghiale. Alla faccia dello studio.


mercoledì 12 aprile 2017

Marshall DSL100: un nome, una garanzia! ( The Marshall odissey is back!)

La situazione non sembrava delle migliori. Avevamo attuato tutto quello letto sulla rete,  
senza risultato.

Una coppia di valvole continuava ostinatamente nel "Bias drift".
Certo la Marshall non è venuta incontro a nessuno; componenti inesistenti sullo schema 
presenti nel circuito stampato, il connettore del bias di sinistra ed in trimmer di regolazione 
che regolano il lato destro e viceversa, connettori con numerazione a caso...

Studiando e pensandoci di notte ci siamo detti: "tiriamo fuori tutta la rete del bias e 
prendiamo i segnali direttamente sugli zoccoli delle valvole.."

Lavoro apparentemente semplice. In pratica si è trattato di tagliare molte piste e cercare 
uno spazio dove posizionare il nuovo circuito del bias, senza che subisse riscaldamenti ed 
influenze da parte dell'alta tensione.

Lo spazio utile era poco, ma provando e riprovando siamo riusciti a trovare
la posizione ideale, sopra la scheda delle valvole.













Ed ecco il montaggio definitivo. Sui due voltmetri la tensione corrispondente
alla corrente di bias. Stabile e precisa, per ora leggermente più bassa delle 
specifiche Marshall in attesa di chiudere la testata.













Una prova di risposta al segnale sinusoidale ci conferma che la parte del bias 
isolata, che comprende anche il percorso dal phase inverter è correttamente
funzionante.



In conclusione:

- Circa 20 ore di lavoro
- Lettura di tutto lo scibile sul DSL100 in due lingue
- Dieci litri di birra ( in due, naturalmente)
- Pizza e farinata
- Una manciata di componenti elettronici
- Pazienza disumana.

In ogni caso... riusciti!!

Marshall DSL100: un nome, una garanzia! ( The Marshall odissey)

Ci arriva in riparazione questa testata. Ha bruciato una valvola finale (EL34)
ed il proprietario l'ha cambiata. Da quel momento l'amplificatore ha un brutto suono
distorto, fa un rumore ciclico strano, pare instabile.


Pensiamo subito ad un problema di regolazione di bias, ed in realtà il bias centra; ma qui inizia quella 
che abbiamo soprannominato " The Marshall Odissey".

Innanzitutto cosa si evidenzia: il bias di un ramo delle finali è stabile; l'altro sale fino alla saturazione
delle griglie e poi crolla al minimo. Come le valvole si riprendono riparte per un altro ciclo.

Sembrerebbe un problema di instabilità del bias, iniziamo a cambiare i condensatori sui trimmer di regolazione,
magari si sono asciugati, ma la situazione non cambia.

Cerchiamo sulla rete, e qui si apre un mondo; la serie DSL e TSL è stata affetta, almeno per 
qualche anno da una marea di difetti di progettazione e di costruzione.

Sono state fatte 20 versioni di circuito stampato prima di cambiarlo definitivamente; per nostra 
fortuna l'amplificatore in questione è la versione 20, che integra già tutte le correzioni fatte 
nel corso degli anni, come le resistenze sbagliate di grid stopper delle finali, vari condensatori 
con tensione di lavoro troppo bassa, rivisitazioni importanti dei preamp.

In ogni caso il problema si chiama BIAS DRIFT: a causa della scarsa qualità del circuito stampato, 
nel corso degli anni e con il riscaldamento delle finali, lo stesso diventa conduttivo, o meglio 
conduttivo con resistenze dell'ordine di qualche megaohm. Viste le tensioni in gioco le piste adiacenti
della corrente di bias vengono influenzate dall'alta tensione, portando le valvole in saturazione in 
maniera ciclica. La corrente di bias sale, sale fino al limite e poi crolla per la saturazione delle griglie.

Bene, causa capita: come si risolve?

Innanzitutto si isola il piedino della griglia dallo stampato.
Poi si spostano tutti i componenti critici esternamente.

Infine si rimonta il tutto, composto da circa 20 connettori, faston, valvole, zoccoli, 
viti, bulloni, per circa venti minuti di lavoro...

Si ricontrolla, si alimenta, si toglie lo standby...
Ed il bias drift è ancora li. Sempre uguale. Sempre oscillante.

Urge una soluzione diversa e definitiva...


domenica 9 aprile 2017

Vuoi non avere un Leslie?

Così ci dice un giorno un amico collezionista.
E certo diciamo noi, é in buono stato?
Per girare gira, ci dice, ma dategli una restaurata, se andate a prenderlo nel negozio dove l'ho comprato e ve lo portate in laboratorio mi dite poi cosa fare.

Ok, andiamo, carichiamo e portiamo in laboratorio il glorioso Leslie Model 16, uguale uguale al Vibratone della Fender.
Ma non è uguale.
Iniziamo bene.
Il leslie Model 16 o Vibratone
era una cassa passiva, aveva solo l'altoparlante con il motore che faceva ruotare una chiocciola davanti alla fonte sonora, che usciva così sui tre lati.

L'amplificazione era esterna, esisteva un cavo di collegamento con un crossover per evitare di mandare troppe basse frequenze al cono.


Ed invece noi lo abbiamo...amplificato.
Ecco. Iniziamo una ricerca su internet. Il modello amplificato non esiste. E' però evidente che non è una modifica successiva, è uscito di fabbrica proprio cosí.
Smontiamo. Elettronica di produzione italiana, si vede dai componenti, in buona parte originali. Sui condensatori di anodica c'è scritto Microfarad SEKERA Bologna.


Le ricerche non portano a nulla. Sulla rete, scrivendo nei forum dedicati ci dicono che NON E' MAI esistito il Modello 16 amplificato. Sempre meglio. La cosa si fa interessante perchè non è per ripararlo, l'elettronica è solo da ritoccare ma funziona, è una questione di principio.
Scopriamo poi che ci sono due tipi di targhette posteriori.
La nostra riporta "Assembled under licence" e la tensione di 220 V, quelle americane scrivono " Made in USA by" e la tensione di 117 V.
E' evidente che veniva costruito in Italia ( Considerata all'epoca come la Cina oggi, costi ridicoli e mano d'opera a basso costo): ma da chi?
sembrerebbe dallo stile un Montarbo, ma anche un Davoli. Sta di fatto che non esiste nessuna notizia a riguardo.
Infine scoviamo su Mercatino Musicale una persona che ne vende uno uguale, dichiarando che è originale e costruito in California; gli inviamo le nostre foto, che confronta con il suo e lo ritiene uguale, ma continua a sostenere la tesi California. Chissà perché.
troviamo poi una traccia di un modello venduto in Germania, ma sempre con elettronica italiana.

Insomma, abbiamo aggiunto il pedale che ferma il rotore e controlla la velocità, anche quello non rintracciabile perché il pedale Model 16 non fermava il rotore ma apriva il collegamento all'altoparlante, abbiamo controllato la bontà dell'amplificazione, aggiunto la terra e riportato al proprietario.
Ci rimane però questo dubbio.. chi lo costruiva? E solo per il mercato europeo? E perché solo per il mercato europeo?

Uff....


Little Big Muff: apriamo e scopriamo le differenze.

E' giunta l'ora di aprire le due stompbox per verificare quali son le differenze circuitali che le differenziano così tanto nel suon...