sabato 25 marzo 2017

FBT: una storia italiana che vogliamo omaggiare anche noi.

E' di qualche giorno fa la notizia della scomparsa di Bruno Baldoni, fondatore della FBT, casa tutta italiana, da molti denigrata e mai considerata nel "Gotha" dei grandi marchi a livello internazionale.

Ma perché? Perché se voglio un amplificatore vintage della  Fender, Marshall, ( e perché lascio fuori Vox lo vedremo in seguito) devo essere disposto a spendere migliaia di dollari ed invece per un amplificatore degli stessi anni della FBT il valore è dieci volte meno?

Qualcuno dice che i prodotti erano costruiti in economia, coni di scarsa qualità, trasformatori con poco materiale ferroso... eppure anche La Fender usava surplus militari, coni da amplificazione cinematografica, nessuna costruzione su specifiche.

Tutto questo perché abbiamo restaurato un amplificatore FBT 250 del 1967, ed aprendolo ci siamo resi conto avere uno schema molto simile ai Vox dello stesso periodo, E se è pur vero che i circuiti sono molto simili perché la FBT costruiva anche i Vox, le soluzioni sono molto diversificate. La sezione di potenza è posizionata in basso per una più agevole manutenzione ( avete mai cambiato una EL84 di un Vox AC30? Magari durante un concerto?) O la semplicità della connessione del footswitch con un Jack e la selezione del vibrato con un potenziometro push pull. Ora sembrano tutti dettagli, ma allora no.

Insomma, un amplificatore forse di progetto elettronico non completamente originale ma dal grande respiro internazionale, a nostro avviso.

Certo è che il  mobiletto con le gambe era troppo TV version ma il suono non ha smentito le aspettative. E noi lo abbiamo fatto suonare così.


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