giovedì 22 marzo 2018

E con questo fanno cinque: la saga Hot Rod & Blues deluxe continua!

Ci arriva in riparazione un Fender Hot Rod, con il suono "sgonfio" e parecchia ronza, senza farsi mancare qualche misterioso scoppiettio apparso dopo il cambio valvole.

L'amplificatore in questione ha il suo diretto parente nel Blues Deluxe reissue, del quale condivide la scheda principale e le valvole.

Vengono montati poi diversi componenti per ottenere il " More drive" presente nell'Hot Rod e qualche altra modifica riguardante il riverbero.
Per il resto hanno la stessa componentistica e sempre lo stesso problema.

All'amplificatore in questione sono già state cambiate le valvole finali, ma il risultato non è stato assolutamente convincente.

Sappiamo già, aprendo, cosa troveremo: il condensatore principale, quello prima della bobina di arresto, asciutto o con l'elettrolita fuoriuscito..

ed infatti...

Di solito è il primo a danneggiarsi, ma qui non ci siamo fatti mancare nulla.

Anche il secondo condensatore, quello dopo la bobina di arresto è completamente esaurito.

Nel dubbio, vista la qualità, li cambiamo tutti.





Montiamo i nostri preferiti, Fischer&Tausche, che dureranno probabilmente più dell'amplificatore stesso.

Non notiamo però nessuno "scoppiettio", ma si sa, con i condensatori esauriti può succedere di tutto, magari qualche relé faceva strani scherzi, come su un altro Hot Rod....


ed invece, rimontando il pannello posteriore arriva lo scoppiettio, che definire così è riduttivo, dal salto del cono. Il problema quindi è meccanico.
Riapriamo e picchiettiamo leggermente le valvole; la valvola finale di sinistra è l'incriminata.
Eppure sembra tutto a posto, la valvola è praticamente nuova, ma guardando meglio...


Anche se dalla foto non si capisce benissimo le saldature dello zoccolo sono in buona parte con poco stagno e crepate.
Cambiando la valvola devono essersi crepate del tutto, ecco perché prima di cambiarle non lo faceva.

Le rifacciamo, tutte, a questo punto, ricontrolliamo il bias e chiudiamo.

E con questo fanno cinque con lo stesso problema.

Un consiglio per i possessori di questa serie, e forse anche dei Blues Deville, che però hanno un condensatore in più per l'aumento della potenza e magari non sono afflitti dal problema comune: prima di rivalvolare fate dare una controllata ai condensatori. Magari vi evitano inutili costi.







domenica 4 marzo 2018

Finalmente un amplificatore italiano: uno storico Framez PA410!

In una situazione particolare, dove su di una poltrona fa bella mostra di sé una chitarra storica, una Eko 700 crediamo prodotta intorno al 1963, dal tipo di ponte e dalla posizione dei potenziometri, ci consegnano l'amplificatore che veniva utilizzato con la stessa:
un Framez PA410 che non funziona.

Ci viene detto che non suona e che si vede che una valvola non si accende. Inoltre, visto che quando funzionava dava un po' la scossa, ci chiedono di cambiare il cavo con uno con la terra.

Lo portiamo in laboratorio e, prima di accenderlo, ne cerchiamo la storia.

Ed eccolo qui. Un oggetto decisamente particolare, forse non nato per la chitarra ma per l'organo, ma in quegli anni si usava tutto con tutto.
Certo, il nostro ha decisamente risentito di più degli anni.





Manca anche la griglia posteriore, e capiamo dalla foto originale il perché é presente un pezzetto di cavo collegato alla carcassa che non va da nessuna parte. Quasi sicuramente andava sulle due boccole montate sulla griglia, per poter collegare a terra il sistema, magari al termosifone.

L'amplificatore monta una classica 12AX7 come preamp, una 6X4 come rettificatrice ed una, a nostro avviso vista la produzione italiana, inusuale EL84 come finale. Il cono è da 8 pollici crediamo in Alnico, vista la forma.


Ora andiamo al guasto. Sempre prima di accenderlo controlliamo i
potenziometri. Sono entrambi bloccati, ruotano per poco più di un quarto di giro e quello del tono, che contiene l'accensione è bloccato su sempre acceso.

Verifichiamo i potenziometri; se la spazzola fosse aperta potremmo avere dei problemi di polarizzazione e danneggiare la valvola finale ed il trasformatore di uscita, molto piccolo e delicato.
Le spazzole sono bloccate ma hanno un valore ohmico definito, possiamo procedere al controllo del condensatore di filtro.
Qui non ci siamo, C'é una perdita, ormai secca, di elettrolita che grattiamo via. Scopriamo essere in corrispondenza della valvola di sicurezza del condensatore. Scollegato e misurato dichiara 60 uF su 32 che dovrebbe averne. La scarsità di elettrolita falsa la misura. Non ci facciamo scrupoli, e lo cambiamo subito.

Fatti questi controlli cambiamo tutte le valvole ed accendiamo.

Il volume è al massimo, ma suona. Distorto, per via del volume, regoliamo l'ingresso ma ci sembra che sia sempre eccessivamente distorto.


Diversi siti riportano che la valvola di ingresso come 12AU7, con un guadagno minore, ma con  una corrente di anodo dieci volte superiore alla 12AX7. La proviamo per poco, per evitare di friggere la resistenza di anodo, e la distorsione sembra migliorare.  Senza le specifiche originali non possiamo fidarci, anche se la resistenza sembra nei limiti di temperatura.
Ci spostiamo su una 12AY7. Il suono sembra ora più pulito, e procediamo con in cambio dei potenziometri.


Il potenziometro del volume usa la dicitura 0.5 M, lo abbiamo trovato spesso nella produzione italiana, invece di 500K come nelle produzioni estere.
Sostituiamo il cavo di alimentazione, il potenziometro del tono con l'interruttore di accensione e richiudiamo il tutto.

Lo facciamo scaldare e lo suoniamo. In verità il suono é scarno,
il cono fatica sulle note basse, e quando saturato la distorsione è abbastanza brutta, complice forse il trasformatore di uscita molto piccolo  per la EL84.

Insomma, un pezzo di storia italiana al quale il proprietario è molto affezionato, con i limiti economici tipici della nostra produzione. Un amplificatore simile a questo, come il fender Champ, suona oggettivamente meglio.
Visti i prezzi che si trovano online di questo Framez PA410 possiamo dire che é questa smodata voglia di "vintage" che fa funzionare questo mercato.






Little Big Muff: apriamo e scopriamo le differenze.

E' giunta l'ora di aprire le due stompbox per verificare quali son le differenze circuitali che le differenziano così tanto nel suon...